La colonna lombare

vertebralombare_mod.jpg

Le cinque vertebre lombari, sono le ossa più resistenti di tutto il rachide. I dischi ed i corpi vertebrali lombari sono più larghi e spessi, di modo da poter supportare il tronco e permettere il sollevamento dei pesi. La colonna lombare ha una notevole mobilità nei movimenti di flessione ed in maniera minore, nell’estensione, rotazione e flessione laterale.

In condizioni normali, solo il 18% dei carichi compressivi è supportato dalle faccette articolari lombari, la cui funzione principale è quella di limitare la rotazione e lo scivolamento in avanti delle vertebre. Il resto delle forze compressive è assorbito dai dischi lombari. La pressione all’interno dei dischi lombari varia a seconda delle postura e dei carichi sollevati. La pressione intradiscale si aggira intorno ai 20 kg in posizione sdraiata ed aumenta progressivamente stando in piedi, in posizione seduta ed in particolare nel piegamento in avanti.

La postura più dannosa per il disco è senz’altro il piegamento in avanti con torsione del busto. Sollevare un peso da terra da questa posizione è uno dei meccanismi tipici di ernia discale. Con la progressiva degenerazione delle cartilagini, anche i dischi perdono gradualmente la loro capacità di resistere ai carichi. La curvatura lordotica lombare, che varia dai 35° ai 45°, è mantenuta dalla tonicità dei muscoli addominali e degli estensori lombari. Queste muscolature formano una cintura di protezione per il tratto lombare, proteggendolo da sovraccarichi su dischi, legamenti e faccette articolari. Quando la lordosi supera i 60°, come nell’ iperlordosi, le faccette articolari vanno incontro ad un’artrosi prematura accompagnata da un infiammo delle fibre posteriori del disco e del legamento longitudinale posteriore. L’iperlordosi è un fenomeno più diffuso nelle donne che negli uomini.

MRI lombare

Nella posizione di massima flessione lombare, l’attività della muscolatura paravertebrale, è praticamente assente. In questa postura i dischi ed i legamenti lombari sono sovraccaricati e quindi più soggetti a traumi. Un problema che riguarda frequentemente la colonna lombare è quello delle ernie discali. Nel movimento di estensione, il nucleo polposo dei dischi lombari migra anteriormente, mentre nella flessione in avanti si sposta indietro creando una pressione sulle fibre posteriori del disco e potenzialmente dando luogo a protrusioni ed ernie discali. Le ernie possono essere provocate sia da traumi improvvisi, che da cattive posture mantenute nel tempo che indeboliscono i dischi ed i legamenti.

Al di fuori dei luoghi comuni, non tutte le ernie discali sono sintomatiche. Spesso i sintomi di un’ ernia non si manifestano fino a quando il materiale discale non crea pressione sulle radici nervose adiacenti. Questa compressione neurologica provoca un’ infiammazione del nervo chiamata radicolopatia. L’esempio più comune di nevralgia lombare è la sciatalgia. Nella sciatalgia, i sintomi come bruciore, addormentamento o formicolio degli arti inferiori, sono localizzati sul percorso del nervo interessato, spesso in completa assenza di dolori a lombari .

Fortunatamente i dischi intervertebrali sono resistenti, infatti nel caso di compressioni importanti sulla spina dorsale, i piatti vertebrali si fratturano prima del cedimento dei dischi. Nella maggior parte dei casi di sciatalgia, non è la compressione sul nervo a causare la nevralgia, quanto il fenomeno infiammatorio in sé. In pratica, il materiale del nucleo polposo, essendo separato dal sistema vascolare, non viene riconosciuto dall’organismo e come corpo estraneo viene attaccato dal processo infiammatorio.

Per ragioni biomeccaniche, le ernie discali così come altre patologie traumatiche, interessano soprattutto la giunzione lombo-sacrale, tra la quinta vertebra ed il sacro (L5-S1) e solo secondariamente la quarta e la quinta vertebra (L4-L5). Ad esempio fino all’ 85% di tutte le spondilolistesi, patologie nelle quali si ha uno scivolamento vertebrale, è localizzato tra la quinta lombare e l’osso sacro.

Fonti:

  • Standring Susan 2008, Gray’s Anatomy: the anatomical basis of clinical practice , 40th edn, Churchill Livingstone, Edinburgh.
  • White AA, Panjabi MM 1990, Clinical biomechanics of the spine , 2nd edn, Lippincott Williams & Wilkins.
  • Yochum TR, Rowe LJ 1996, Essentials of skeletal radiology, 2nd edn, Lippincott Williams & Wilkins.
  • Souza Thomas 2008, Differential diagnosis and management for the Chiropractor: protocols and algorithms, 4th edn, Jones & Bartlett Publishers.
  • Caillet R 2004, The illustrated guide to functional anatomy of the musculoskeletal system, AMA Press.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi con * sono obbligatori


logo-schiena-sana-bianco

web project by Menabòdesign.it

info@schienasana.com
+39 0832.524114
+39 340.5042489
© Schienasana del Dr. Stefano Calogiuri
P.IVA 03600790756
Sede legale Via Cicolella, 8/b
73100 Lecce

   

Ⓒ 2018 Schiena sana del Dr. Stefano Calogiuri. Tutti i diritti riservati.