La carenza di Potassio

23 Novembre 2017 by Dr. Stefano Calogiuri0
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La carenza di Potassio

Il Potassio, simbolo chimico K, è lo ione più abbondante del nostro organismo a livello intracellulare. Circa il 98% del potassio totale del nostro corpo è contenuto all’interno delle cellule, in particolare nel tessuto muscolare, mentre solo il 2% del potassio totale è presente nel liquido extracellulare (1).

La carenza di potassio è spesso causata da malattie croniche, traumi o terapie con farmaci diuretici. Un grave stato carenziale di potassio a livello sanguigno, detto ipocalemia, può provocare debolezza, dolori e crampi muscolari, paralisi e confusione mentale. Dall’altro lato un eccesso di potassio, fenomeno estremamente raro, può invece causare ulcere all’intestino tenue ed in casi estremi anche l’ arresto cardiaco (2). La letteratura medica ha documentato ampiamente le conseguenze di gravi carenze di potassio, tuttavia gli effetti di un deperimento subclinico di questo ione non sono ancora stati sufficientemente studiati.

La carenza di potassio determina una serie di effetti deleteri sull’organismo che influenzano non solo il metabolismo muscolare, ma anche la pressione arteriosa, la microcircolazione, la glicemia, etc. Il deperimento di potassio provoca una diminuzione nella secrezione d’ insulina, con un conseguente aumento della glicemia fino a valori diabetici. Inoltre la diminuzione di potassio influisce negativamente sull’equilibrio acido-basico portando ad un’ acidosi intracellulare.

Una delle funzioni principali del potassio è quella di dilatare i vasi sanguigni (3). Durante l’allenamento i muscoli necessitano di un maggiore afflusso sanguigno per apportare energia e nutrienti alle cellule. In questo processo, il potassio viene rilasciato ad ogni contrazione muscolare per vasodilatare le arterie ed aumentare il passaggio di sangue. È stato calcolato che nei muscoli a riposo, il flusso ematico è pari a circa 1 ml al minuto per 100 grammi di tessuto muscolare. Durante un allenamento intenso, il flusso sanguigno può anche raggiungere i 40 ml al minuto (1). Altri fattori che giocano un ruolo importante nella vasodilatazione arteriosa sono: un eccesso di CO2, la mancanza di ossigeno, un pH acido, il rilascio di adenosina, l’acido lattico ed una diminuzione della temperatura corporea (4). In casi limite, l’assenza di potassio può addirittura provocare una condizione chiamata rabdomiolisi (1), una patologia nella quale le cellule muscolari vanno in necrosi e muoiono.

Escludendo situazioni estreme, la carenza di potassio determina una vasodilatazione insufficiente, ostacolando quindi il fisiologico nutrimento cellulare e causando danni ischemici ai tessuti. L’ ipossia, ovvero un apporto insufficiente di ossigeno, associata ad una mancanza di nutrimento cellulare, provoca uno infiammazione. Il deficit di potassio predispone quindi ad un metabolismo pro-infiammatorio. Per questa ragione, la carenza di potassio deve essere valutata in tutti i casi di dolore ed infiammazione muscolare, articolare e fasciale (5).

Un altro aspetto interessante del potassio è che essendo un ottimo vasodilatatore, favorisce l’ abbassamento della pressione sanguigna. Infatti i vegetariani, la cui dieta è molto ricca in potassio, hanno una bassa prevalenza d’ipertensione arteriosa (6). Una dieta ricca in potassio riduce quindi la pressione arteriosa (7,8,9). Inoltre il potassio ha un effetto antiaggregante sulle piastrine ed aiuta a prevenire trombosi ed ictus (10).

Anche i tumori sembrano essere influenzati dalla mancanza di potassio, è stato infatti osservato che uno dei meccanismi d’ azione tipici delle sostanze cancerogene, consiste nel ridurre i livelli intracellulari di potassio ed aumentare quelli di sodio (11).

Un adeguato apporto di potassio è indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo, in particolar modo dei muscoli e del sistema cardiovascolare. Nonostante ciò, il consumo alimentare medio di potassio è inferiore di circa il 75% rispetto a quello dei nostri antenati. Infatti i nostri predecessori si alimentavano prevalentemente di selvaggina, di frutta e di verdura (1). Ai giorni nostri invece, l’elevato consumo di sodio contenuto in alte quantità nei cibi processati, associato all’ insufficiente consumo di frutta e verdura (2), sono alla base di una diffusa carenza nutrizionale di potassio e dei conseguenti danni per la salute.

  1. Seldin D, Giebisch G 1989, The regulation of Potassium balance, Raven Press, New York.
  2. Murray R 1993, Harper’s Biochemistry, 23rd edn, Appleton and Lange, Norwalk.
  3. Ganong W 1987,Review of Medical Physiology, Appleton and Lange,Norwalk.
  4. Hall JE, Guyton 2011, Guyton and Hall Textbook of Medical Physiology, 12th edn, Saunders.
  5. Travell J, Simmons D 1983, Myofascial pain and dysfunction: the Trigger Point manual, Williams and Wilkins, Baltimore.
  6. Ophir O et al. Low blood pressure in vegetarians: the possible role of potassium. Am J Clin Nutr. 1983;377555-762.
  7. Supplemental dietary potassium reduced the need for antihypertensive drug therapy. Nutr Rev. 1992;50(5):144-145.
  8. Barri YM, Wingo CS. The effects of potassium depletion and supplementation on blood pressure: a clinical review. Am J Med Sci. 1997;31:37-40.
  9. Suter PM. Potassium and hypertension. Nutr Rev. 1998;56(5):151-153.
  10. Young DB, Huabao L, McCabe RD. Potassium’s cardiovascular protective mechanisms. Am J Physiol. 1995;268:R825-837.
  11.  Jansson B. Potassium, sodium and cancer: a review. J Environ Pathol Toxicol Oncol. 1996;15(2-4):65-73.

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